Targhe Tattili

Per essere accessibile e per potersi definire inclusiva, una città deve offrire strumenti adatti per l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi anche per coloro che hanno problemi sensoriali e di percezione. Per le persone con disabilità visiva orientarsi in un ambiente complesso o addirittura sconosciuto è un fattore critico: spesso strade, piazze e ambienti pubblici rappresentano percorsi in cui non è facile orientarsi in generale, e questo vale tanto più per gli ipovedenti, che ad oggi hanno pochissimi strumenti cui ricorrere per conoscere la propria posizione sul territorio. In base all’ultima stima dell’Ansa (2017), in Italia ci sono circa 360.000 non vedenti e oltre 1,5 milioni di persone con deficit visivo. Nel prossimo ventennio si prevede un aumento di non vedenti di circa il 25% per l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione, perciò un ulteriore crescita del numero delle persone interessate ad una città libera da barriere sensoriali e percettive. A questi numeri, già rilevanti, va aggiunta la popolazione con limitazioni visive più lievi, ma che comunque si traducono in termini di riduzione della capacità di muoversi nelle città in autonomia e sicurezza.

Questa riduzione della capacità visiva è dovuta principalmente a tre fattori:

1)      L’invecchiamento della popolazione dovuto a un allungamento della vita media delle persone

2)      Un eccessivo utilizzo delle apparecchiature digitali i cui schermi emettono una luce blu che interferisce con l’accomodazione, ovvero la capacità dell’occhio di mettere a fuoco gli oggetti e quindi nel tempo perdiamo diottrie (fonte: Fondazione Veronesi)

3)      L’inquinamento che aumenta il rischio di degenerazione maculare (fonte: British Journal of Ophthalmology) a causa del particolato fine (PM 2.5) e in misura minore al biossido di azoto e agli ossidi di azoto. Come ha spiegato il professor Foster, gli inquinanti entrano nel corpo attraverso i polmoni e sembra che riescano a raggiungere anche gli occhi a causa del più abbondante flusso sanguigno che scorre nella loro parete.

Le nostre città non mettono a disposizione delle persone con disabilità visiva molti punti di riferimento atti a facilitare la mobilità e l’orientamento, ad eccezione di alcuni incroci stradali dotati di segnali sonori in prossimità dei semafori e alcuni brevi tratti di pavimentazione tattile. Oggi cellulari e strumenti digitali possono parzialmente indirizzare gli ipovedenti, ma ci sono alcune condizioni che possono incidere negativamente, come il rumore di fondo della strada oppure la batteria del device che, essendo energivoro e quindi anche poco sostenibile, si scarica (o addirittura l’impossibilità di utilizzo di questi sistemi da parte dei non udenti).

Una delle credenze maggiormente diffuse sul mondo dei non-vedenti è quella relativa alla presunta capacità di sviluppare un udito fuori dalla norma. Un vero e proprio sesto senso capace di colmare il deficit visivo. Un super potere che per la scienza -secondo quanto riportato durante il congresso FENS 2014 di Milano, il più importante appuntamento europeo nel campo delle neuroscienze- sembrerebbe non esistere. A sfatare il mito è una ricerca della dottoressa Monica Gori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. In uno studio pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista Brain, il gruppo di ricerca dell’IIT ha dimostrato che gli individui non vedenti in realtà non sentono meglio di chi vede perfettamente. «chi è cieco –continua la Gori- può sviluppare una capacità uditiva spaziale semplice. Ciò gli consente di localizzare un suono molto chiaro come la voce di un solo individuo. Quando però si tratta di individuare relazioni complesse tra i suoni, come la distanza tra persone che parlano tra loro, la capacità visiva diventa essenziale per orientarsi nello spazio». L’udito risulta di fondamentale importanza per una persona non vedente

A tale mancanza di facilitazione e di inclusione si potrebbe in certa misura sopperire con l’adozione di “targhe tattili” come ausilio per l’orientamento e la mobilità.

Una “targa tattile” è una targa a rilievo che rappresenta la toponomastica e la conformazione del luogo in cui ci si trova. Serve a indicare un percorso o a spiegare le caratteristiche di un luogo consentendo al soggetto di elaborare una rappresentazione mentale dell’ambiente, ossia una mappa cognitiva. Tali targhe, realizzabili in materiale adesivo oppure in sottili lastre di metallo morbido stampate in alfabeto Braille, potrebbero essere applicate con grande semplicità su tutti i pali della cartellonistica comunale, che non solo sono oggetti già presenti su tutti i marciapiedi ma sono anche immediatamente rilevabili dagli ipovedenti tramite il basculamento degli ausili tecnici per la deambulazione (bastone per non vedenti).

Con un buon contrasto tra lo sfondo e gli elementi in rilievo, la leggibilità sia visiva che tattile delle targhe può senz’altro agevolare l’orientamento e la conoscenza di un luogo delle persone con disabilità visiva (ipovedenti o non vedenti), andando a costituire un ausilio determinante per la loro autonomia di movimento e il loro senso di sicurezza nei percorsi cittadini.

Secondo la normativa, tali sistemi informativi possono risultare determinanti per il superamento delle “barriere architettoniche” così definite al punto c) della definizione riportata nella normativa tecnica di riferimento (DM 236/89, art. 2, e DPR 503/96, art. 1): «la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi». Le “targhe tattili” potrebbero rappresentare un accorgimento utile a favorire l’accessibilità e la fruibilità di luoghi pubblici o aperti al pubblico, di spazi urbani e percorsi pedonali secondo le disposizioni del D.P.R. n.503 del 24 luglio 1996. Nel dettaglio, per quanto riguarda la segnaletica tattile destinata alle persone con disabilità visiva il riferimento è la norma UNI 8207, che contiene informazioni sull’altezza del carattere Braille, delle lettere in rilievo e dei simboli usati nelle mappe tattili.